sabato 27 giugno 2020

NON usare quelle parole! | La Ragazza con la Sciarpa 🏳️‍🌈 I'm not proud... I am PRIDE 🏳️‍🌈

Parlare di questo argomento non è semplice, dato che ci sono diverse cose da dire e diversi aspetti da considerare… Provo partendo dal fatto che ci sono alcune persone che si sentono legittimate ad usare certi termini e io a tal proposito dico… NON usare quelle parole!

Ciao a tutte anime colorate e bentornata #RainbowFamily🌈



Oggi parliamo di alcuni termini o meglio del perché queste parole non debbano essere usate da NESSUN*.

Ma prima di dire qualunaue cosa voglio fare una premessa importante.



Ciò che dirò lo cerco di fare nel pieno rispetto dei sentimenti di tutti, senza voler minimizzare il sentire di nessun* anzi, sarà a favore del fatto che per me le persone sono persone.

Qualunque possibile etichetta: sessualità, colore della pelle, cultura, abitudini, identità di genere, qualunque cosa ci possa differenziare o meglio, rendere unici, per me " si annulla " o meglio è sì un valore aggiunto, ma non un ostacolo perché per me in primis le persone sono persone e noi dovremmo supportarci in quanto persone.

Questo, per me, è importantissimo perché parte tutto da qui.

È ciò in cui io credo fortemente.

Al di là del corpo in cui abitiamo, siamo " anime " / coscienze con un vissuto, con sentimenti, delle emozioni, dei pensieri e tutto ciò lo avremmo in qualsiasi corpo, che sia di pelle nera, con un taglia differente da quella che impone la società, o un corpo come il mio che intraprende un percorso di transizione, perché in fondo, nella nostra intima essenza, non siamo altro che... Persone!

Detto ciò mi inoltro realmente nell'argomento di cui voglio parlare.
Tornando a ciò che ho detto prima di questa importante premessa, mi riferivo a parole o meglio insulti come fr***o, fin*****o, ri******e ( mi viene la pelle d’oca anche solo a scriverle censurate certe parole, dato il ristagno emotivo che esprimono ) disponibili in tutte le declinazioni e trasmutazioni dialettali.

Onestamente credo che usare certi termini offensivi per scherzare ( parlo di persone appartenenti alla comunità LGBTQ+ ) dia la possibilità a certi idioti di usare queste stesse parole, non per forza come offesa, ma anche solo nel pour parler, con la scusa del “ ma anche loro le usano “ e se provi a far loro presente che loro ( persone non appartenenti alla comunità LGBTQ+ ) non possono usarle, immediatamente scatta la frase “ Beh, allora non lamentatevi quando siete i primi che si ghettizzano da soli “.
🤦‍♀️ 
Okay… Faccio un respiro profondo e vado avanti, anche perché quando ci troviamo di fronte ad un persona che risponde in questo modo, è possibile che non sia obbligatoriamente una persona cattiva o che lo dica per ferire, si tratta semplicemente di ignoranza.

In questo caso possiamo cercare di far comprendere come l’utilizzo di una stessa parola da parte di due persone che vivono due realtà di vita completamente differenti possa cambiarne il significato.

Esattamente come potrebbe fare la black community con la #nword, ci si riappropria di certi termini per cercare di privarli del significato di scherno, violenza, cattiveria, ignoranza e odio di cui sono intrinsechi.

Si cerca di dar loro una nuova connotazione usandoli in modi differenti… Un omosessuale che dice all’amico omosessuale ( o altr* esponente della comunità LGBTQ+ ) la parola finocchietto ( la scrivo per intera semplicemente perché è un ortaggio ) non lo dirà MAI ( e lo ribadisco a lettere cubitali M A I e questo purtroppo non è opinabile ) con lo stesso tono con cui lo potrebbe dire un etero.

Questo non vuol essere un volersi ghettizzare o volere avere la proprietà esclusiva di certi termini… Semplicemente ci sono persone che vivono realtà diverse, questo è quanto.

Io stessa mi sono appropriata del modo in cui mi schernivano, storpiando il mio nome ( al maschile ) e ho esorcizzato tutto lo schifo ricevuto inserendolo in uno dei miei due nomi, portandolo con fierezza e orgoglio.

Non è stato semplice, anzi all’inizio era anche doloroso quando sentivo che le persone mi chiamavano così, eppure lo avevo scelto io… C’era tuttavia un passaggio da fare e infatti il valore che ha per me è strettamente collegato al valore che ho imparato a riconoscermi, oggi in entrambi i miei nomi ( ognuno a modo proprio ) vedo una meravigliosa luce… 

Scusate, io sono abituata a cercare di vedere sempre il positivo nelle situazioni per cui mi dilungo sempre negli aspetti più benevoli delle dinamiche, ma oggi affronto un argomento che invece è importante comprendere proprio per le ombre che porta con sé.

Tornando a quello che dicevo prima, se alcune persone non riescono a comprendere che c’è un’abissale diversità nelle parole in base a chi le usa, non vogliamo togliere la possibilità a certi ignoranti di aggrapparsi a certi specchi? Io credo sia il caso!

Inoltre il nostro vocabolario è così ricco di parole, dobbiamo per forza usare quelle?

Personalmente mi fanno ribrezzo, non scherzo mi danno proprio la pelle d’oca… Non perché siano ancora collegate ad un vissuto doloroso e quindi attivino una parte di me dolorante e non perché siano ricordi lontani nel tempo... Mi hanno chiamata fr***o, ed è avvenuto a transizione iniziata.

Lo ricordo come fosse adesso perché purtroppo ero andata ad una veglia funebre di un caro amico di famiglia e ad un certo punto ho avuto l’esigenza di effettuare una chiamata, per cui per non disturbare mi sono allontanata e posizionata sulla pista ciclabile vicino all’abitazione.
Una macchina percorrendo la ( lunga ) via che la costeggiava, passando mi ha urlato o fr***o o ri******e.
Ovviamente, dev’essere stato qualcuno che mi ha riconosciuta e che non ha avuto nemmeno il coraggio di fermarsi e dirmelo in faccia, perché sono sfrecciati con la macchina… Questa per esempio non è omofobia… È pura cattiveria.

A parte questo vi dicevo, queste parole mi fanno ribrezzo perché, hanno proprio un basso livello vibrazionale, sono rifiuti emotivi certe parole… Non producono nulla di buono.

Paradossalmente usare certe parole con la quale sono stata denigrata per anni, mi sembra come andare a letto con il bullo che mi ha tratta di m***a quando ero un ragazzo ma adesso che sono una ragazza, magari operata ci prova… Io posso perdonare, accettare le scuse e lasciare andare ma la mia dignità non mi porterà mai nel letto di una persona del genere… Manco fosse l’ultima possibilità al mondo!

Certe parole non diventano migliori perché cambiano le situazioni… Rimangono comunque parole di infimo livello.

Ovviamente io mi focalizzo sulla parte LGBTQ+ della storia, ma come dicevo prima, vale la stessa cosa per parole come la nword o termini legati per esempio al peso!
Mi danno fastidio allo stesso modo… 

Quando una mia amica dice “ sono grassa “ credetemi mi urta e le chiedo sempre di usare altri termini… Perché mi da fastidio!

Non sono nera, non sono ( né sono stata ) obesa ma sono una persona che è stata discriminata e comprendo quanto la discriminazione possa ferire.

Ognuna a proprio modo, ovviamente perché non oserei dire mai che le mie emozioni siano le stesse di una persona nera che viene ferita dalla n word, semplicemente perché ho " il privilegio " di essere bianca ( un privilegio che non mi sono scelta, né tantomeno meritata ) quindi non potrò capire cosa voglia dire essere presa in giro per il colore della propria pelle, così come una persona cisgender non saprà mai cosa voglia dire camminare per strada e avere continuamente gli occhi puntati addosso con la gente che cerca di capire se appartieni a un genere piuttosto che ad un altro, interpellando chi hanno vicino con " celate " ( che in realtà si vedono eccome ) gomitate... Semplicemente perché non vivono questa condizione.

Tuttavia, proprio per ciò che ho detto prima ossia che in fondo siamo tutte persone possiamo sicuramente empatizzare i sentimenti e le emozioni di un'altra persona e metterci a disposizione di quella persona, in quanto persone.

Purtroppo non posso farlo perché sarebbe black face, ma soprattutto in questo periodo storico mi sarebbe piaciuto dipingermi dalla testa ai piedi di nero, proprio come a dire se tu prendi in giro quella persona per il suo colore della pelle allora prendi in giro anche a me.
NON per pena, ma sostegno!
Per far comprendere che non c'è una razza superiore e una razza inferiore, siamo tutti allo stesso livello ( o quasi, ma in questo caso sono la testa, l'anima a determinare la superiorità di una persona ) siamo tutte persone, semplicemente.

Non posso ahimè farlo, perché questo gesto ferirebbe le persone nere che per anni sono state discriminate e derise con questa pratica orrenda, ma a mio modo posso comunque supportare la causa informandomi e cercando di creare una cultura con le persone che mi stanno vicine nel mio quotidiano... Una cosa molto banale è stata quella di indossare una maglietta nera in tutti e cinque i look del pride, proprio a sostegno di questo.

Posso non far parte di alcune comunità ma possono comprendere da persona come ci siano delle dinamiche che feriscono, altre persone!

Pensate che mi sono permessa di fare " il cazziatone " ( in realtà chiedere in maniera molto infastidita ) ad un ragazzo nero con cui mi sentivo ( anni fa ) perché continuava a dire la n word.

Per carità, so che non usava questo termine con cattiveria, anzi e soprattutto in quanto nero poteva anche essere legittimato ad usarla per riappropriazione culturale, ma sinceramente per me è come sentire le unghie su una lavagna.

Ecco, ci sono delle parole che mi infastidiscono allo stesso modo, perché sono putride.

Concludo questo secondo argomento legato in particolar modo al pride, nella mia personale trasmutazione I’m not proud… I am PRIDE! dicendo che ovviamente, ogni persona nel proprio privato può dire ciò che vuole ( anche se come vi ho spiegato in Forma Mentis... Come EDUCARE la MENTE, reiterare un comportamento positivo ci porta ad instillare abitudini positive… E non fa mai male ), ma i social non sono un posto privato.

Mi spiego meglio, ogni persona è libera di condividere ciò che vuole perché è “ di proprietà “ di quella persona, ma se soprattutto se siete esponenti della comunità LGBTQ+ non dovreste usare pubblicamente quelle parole, perché hai una certa risonanza e volente o nolente qualcun* carpirà in esse la libertà di poterle usare a proprio piacimento.

Io ho smesso di seguire un esponente della comunità LGBTQ+ perché di recente ha usato una parola e continuava a rispondere dicendo “ Noi possiamo “… Sì, potrebbe anche essere vero ma perché non farlo privatamente se la persona con chi l’hai fatto è un tuo amico? Non cito la persona semplicemente perché come sapete non parlo di persone ma solo di comportamenti, ovviamente non ho nulla contro questa persona, ma non mi va di seguire qualcun* che la pensa in un modo diverso dal mio in un argomento così delicato.

Poi chissà magari conoscendo la persona, potrebbe essere la migliore che incontrerò in questa vita, sapete che non mi fossilizzo mai sulle apparenze, però onestamente io sono dell’idea che certe parole dovrebbe cadere nel disuso più totale, come ho scritto in un commento su questo video di Loretta.
  

E voi anime colorate pensate che certe parole siano più legittimamente se chi le usa fa parte della categoria discriminate?
O come me preferireste che nessun* le usasse così non si porrebbe il problema alla base?
Ci sono delle parole che hanno usato per offendervi, parole per cui ci siete stat* male… Le usereste per scherzare con una persona amica?
Vi invito, se volete, a condividere con me i vostri pensieri :)

Mi raccomando, non dimenticate di far parte della nostra #RainbowFamily🌈 interagendo con me attraverso i social, perché il contatto umano è quel battito di colore in questo mondo virtuale.
Lots of Love
Shikal Michelle 
💛 ❤️ 💜 💙 💚